Se o sé? Ecco la regola per utilizzare la forma corretta

Se o sé? Ecco la regola per utilizzare la forma corretta

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Nel vasto panorama della lingua italiana, intriso di sfumature e intricati intrecci grammaticali, uno dei dilemmi più comuni che possono sorgere riguarda la scelta tra “se” e “sé”. 

Ci si può confondere facilmente, poiché le due forme appaiono simili, ma si differenziano significativamente nella loro funzione e ortografia.

Facciamo chiarezza!

Pronuncia e accentuazione di “sé”:

È importante notare che il pronome tonico riflessivo “sé” richiede l’accento acuto per distinguersi dalla congiunzione “se”. Tale accento grafico indica anche la pronuncia chiusa della vocale “e”.

“Se” senza accento

Innanzitutto, “se” può essere sia una congiunzione che un pronome atono. 

Quando usato come congiunzione, “se” introduce una proposizione condizionale o una domanda indiretta.

Esempio: Se non fosse così tardi, resterei

Come pronome atono, invece, “se” si riferisce a un elemento non espresso nella frase ma implicito nel contesto.

Esempio: Prese le chiavi dal tavolo e se le mise in tasca

“Sé” con accento

D’altra parte, “sé” è un pronome tonico riflessivo singolare e plurale, utilizzato per indicare il soggetto stesso o i soggetti stessi all’interno di una frase. La sua pronuncia, contraddistinta dall’accento acuto che indica la chiusura della vocale “e”, lo distingue nettamente dalla forma “se”.

Esempio: Maria pensa solo a

“Sè” con accento grave è sempre errore

In alcuni casi, si potrebbe vedere “sè” scritto con l’accento grave. Tuttavia, questo uso è considerato un errore ortografico. La forma corretta è sempre “sé” con l’accento acuto. La confusione può derivare dalla somiglianza con altre parole italiane che usano l’accento grave, ma nel caso del pronome riflessivo tonico, solo l’accento acuto è corretto.

La regola del “se” con “stesso” o “medesimo”

Oltre alla distinzione tra “se” e “sé”, sorge spesso il dilemma sull’uso dell’accento grafico con i pronomi riflessivi seguiti da “stesso” o “medesimo“. Alcuni esperti tendono a evitare l’accento, considerandolo superfluo poiché il contesto rende chiara la sua funzione come pronome riflessivo, impedendo confusioni con la congiunzione “se”. Tuttavia, altri ritengono opportuno indicare sempre l’accento per una maggiore precisione nella scrittura.

Una riflessione sulla pratica degli scrittori classici, come Manzoni, rivela un utilizzo variabile delle forme accentate e non accentate, dimostrando una certa flessibilità nell’uso.

La consuetudine di eliminare l’accento davanti all’aggettivo dimostrativo “stesso” per evitare confusioni con la congiunzione “se” è diffusa, ma non sempre giustificata. Tale pratica potrebbe risultare inconsistente e non necessaria, soprattutto considerando che il problema della confusione potrebbe emergere al plurale.

In definitiva, mentre le grammatiche attuali non stabiliscono un uso specifico dell’accento con i pronomi riflessivi seguiti da “stesso” o “medesimo”, è consigliabile considerare entrambe le opzioni accettabili. Tuttavia, per una scelta più logica ed economica, la forma accentata “sé stesso” risulta preferibile. La chiarezza e la coerenza nella scrittura sono fondamentali per una comunicazione efficace nella lingua italiana.

In conclusione, la scelta tra “se” e “sé” dipende dalla funzione nella frase e dalla corretta concordanza tra soggetto e pronome riflessivo. Con una comprensione chiara di queste distinzioni, è possibile comunicare in modo più efficace e preciso nella lingua italiana.

Hai altri dubbi sulle forme grammaticali? Potrebbero interessarti i nostri articoli  “Quei o quegli, come si scrive?” e “Si scrive Dott. o Dr.?

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