Elisione e troncamento: qual è la differenza?

Elisione e troncamento: qual è la differenza?

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L’elisione e il troncamento sono due fenomeni linguistici distinti ma strettamente connessi all’eufonia nella lingua italiana. Comprendere quando e come utilizzarli correttamente non solo migliora la qualità della scrittura, ma assicura anche una comunicazione più chiara e precisa.

L’elisione

L’elisione è la soppressione della vocale atona finale di una parola quando questa è seguita da un’altra parola che inizia per vocale. Questa caduta della vocale è segnata con un apostrofo (‘). Ad esempio, “la erba” diventa “l’erba” e “una idea” diventa “un’idea”.

Regole generali e eccezioni

  • Regola generale. L’elisione è obbligatoria con gli articoli lo, la, una e con le preposizioni articolate da questi formate (ad esempio, “l’uomo”, “un’anima”).
  • Eccezioni. Non si fa l’elisione:
    1. davanti a parole che iniziano con una vocale debole (i, u) seguita da un’altra vocale, come in “la iena” o “la Juventus”;
    2. con parole al plurale, per esempio “le amiche”, “gli animali”;
    3. con i pronomi personali “li” e “le”, come in “li ho visti”, “le avete comprate”;
    4. con parole che terminano in -CH o -CHE, come “perché” e “anche”, a meno che la parola seguente inizi con i o e, ad esempio “anch’io”.

Alcune parole richiedono l’apostrofo finale come segno di troncamento e non di elisione, come “po’” (poco), “mo’” (modo) e “be’” (bene). Anche gli imperativi di seconda persona singolare di andare, fare, stare e dare richiedono l’apostrofo: “va’”, “fa’”, “sta’”, “da’”.

Il troncamento

Il troncamento, noto anche come apocope, consiste nella soppressione della vocale finale di una parola senza l’uso dell’apostrofo. Questo fenomeno avviene generalmente per ragioni di eufonia.

Regole del troncamento

  • Parole singolari. Il troncamento si applica a parole di più sillabe e al singolare. Non si troncano, pertanto, parole al plurale come “signori” o “quelli”.
  • Consonanti precedenti la vocale. La vocale da sopprimere deve essere preceduta da l, m, n, r, e. Ad esempio, “fiore di lavanda” diventa “fior di lavanda”.
  • Eccezioni. Il troncamento è di norma con:
    1. “Buono”, “uno”, “nessuno”, “ciascuno”, “alcuno”: davanti a parole maschili che iniziano per vocale o consonante, tranne nel caso di s+consonante (s impura), z, gn, ps. Ad esempio, “buon amico”, “ciascun professore”;
    2. “Bello” e “quello”: davanti a nomi maschili che iniziano per consonante, eccetto s impura, z, gn, ps. Ad esempio, “bel tempo”, “quel momento”;
    3. “Santo”: davanti a consonante eccetto s impura. Ad esempio, “San Giovanni”;
    4. “Grande”, “frate”, “suora”: possono avere troncata l’ultima sillaba davanti a nomi che iniziano per consonante. Ad esempio, “gran caldo”, “suor Maria”.

Casi particolari e curiosità

  • “Qual è”: nella lingua italiana contemporanea, la grafia corretta è “qual è”, senza apostrofo, perché non si tratta di un’elisione ma di un caso di  troncamento.
  • Troncamenti obbligatori: con uno e i suoi composti (alcuno, ciascuno, nessuno), davanti a parole maschili inizianti per vocale o consonante, tranne s impura, z, gn, ps. Ad esempio, “un uomo”, “alcun dubbio”, “nessun errore”.

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